Il mio doppio è precario |
Si tratta nel mio caso di colui (coloro) che scrive quando io scrivo di me, di colui (coloro) al quale in un certo senso faccio da schiavo nei periodi, più o meno lunghi, nei quali con una penna traccio segni su un pezzo di carta o premo quei quadratini neri con una lettera bianca al centro che compongono la tastiera del mio computer. A volte è anche colui (coloro) che legge ciò che appare quasi immediatamente dopo sul foglio di carta o sullo schermo, anche se molto spesso lì subentra l’altro, che sarei in questo momento io, che vigila, controlla, cancella, corregge. O cerca di farlo. A volte si discute, anche, negli spazi che si creano nella mente dell’altro (degli altri), e nell’immaginazione lo scrittore prova a convincere l’altro (gli altri) dell’inequivocabile bellezza di una certa frase, della genialità di un’intuizione trascritta di getto, della poeticità di un certo discorso.
[da Essere Ricardo Montero, Gianfranco Pecchinenda]
magari mettere la fonte delle note può essere apprezzabile
RispondiEliminahttps://www.facebook.com/photo.php?fbid=336359029769075&set=a.230375163700796.54649.184897244915255&type=1&theater
dalla pagina fb MoltepliceMente
https://www.facebook.com/1montero
siamo tutti un po' precari..
RispondiEliminagrazie per il tuo avatar sul mio blog
così non ti perderò di vista :)
in bocca al lupo per te e per il tuo doppio!
Vabbè ma se l'altro ha un lavoro fisso almeno qualcuno porta a casa la pagnotta, no?
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